Che cos’è il bilancio di sostenibilità
Il bilancio di sostenibilità è un documento strategico attraverso cui un’impresa comunica in modo trasparente i propri impatti ambientali, sociali e di governance (ESG).
Non è solo un adempimento normativo, ma uno strumento di gestione e comunicazione che mostra quanto un’azienda sia consapevole del proprio ruolo nel sistema economico e sociale.
A differenza del bilancio d’esercizio, che fotografa i risultati economico-finanziari, il bilancio di sostenibilità racconta come tali risultati vengono raggiunti — e a quale costo o beneficio per ambiente e collettività.
Un report di sostenibilità efficace si basa su:
- indicatori ESG misurabili e verificabili, coerenti con standard internazionali (ESRS, GRI, VSME)
- coinvolgimento degli stakeholder, interni ed esterni, nella definizione delle priorità
- approccio prospettico, che collega i dati attuali agli obiettivi di miglioramento futuri
Se vuoi approfondire la definizione e le motivazioni alla base della rendicontazione, leggi anche il nostro articolo introduttivo: Bilancio di sostenibilità: cos’è e perché redigerlo.
In Italia, sempre più aziende — anche di piccole e medie dimensioni — stanno adottando il bilancio di sostenibilità per migliorare la propria reputazione e per rispondere alle richieste di clienti, fornitori e istituzioni.
Perché il bilancio di sostenibilità è importante in Italia
In Italia, come in buona parte d’Europa, il tema della sostenibilità è diventato centrale per diversi motivi:
- Pressione normativa europea e nazionale: con l’entrata in vigore della CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive), molte aziende italiane entreranno presto nell’obbligo di rendicontazione ESG
- Domanda crescente da parte di stakeholder: banche, investitori, clienti, consumatori, ma anche gli stessi dipendenti richiedono sempre più spesso trasparenza ambientale e sociale. La sostenibilità diventa così un elemento chiave della brand identity e della retention del personale.
- Vantaggio competitivo: le imprese che si muovono prima possono differenziarsi nel mercato come soggetti responsabili e affidabili
- Gestione del rischio: il bilancio ESG aiuta a identificare rischi non finanziari — cambiamenti climatici, supply chain, normative ambientali — e ad affrontarli prima che diventino criticità
- Accesso al credito e incentivi: istituti finanziari guardano alle metriche ESG; alcune agevolazioni pubbliche e bandi premiano pratiche di sostenibilità
- Allineamento internazionale: per le aziende attive nei mercati esteri, usare standard riconosciuti globalmente agevola la comunicazione con stakeholder internazionali
In questo contesto, anche le imprese medio-piccole, pur non essendo obbligate da subito, possono trarne vantaggio anticipando il processo.
La normativa italiana sul bilancio di sostenibilità
Per le PMI italiane, il bilancio di sostenibilità non è obbligatorio, ma è sempre più consigliato. Diverse Camere di Commercio, associazioni di categoria e bandi regionali incentivano le imprese a intraprendere percorsi volontari di rendicontazione non finanziaria per ottenere vantaggi competitivi e reputazionali.
Dal D.Lgs. 254/2016 alla CSRD
Fino a pochi anni fa, in Italia erano obbligate alla redazione del bilancio non finanziario solo le grandi imprese di interesse pubblico, ai sensi del D.Lgs. 254/2016.
Oggi, con la CSRD, la rendicontazione ESG è stata estesa a un numero molto più ampio di soggetti.
Chi è obbligato e quando
Le nuove regole entrano in vigore gradualmente:
- Dal 2025 (dati 2024): grandi imprese con più di 1.000 dipendenti, oltre 50 milioni di euro di fatturato o 25 milioni di patrimonio netto.
- Dal 2028: grandi imprese che rispettano almeno due di questi criteri — 250 dipendenti, 50 mln di fatturato, 25 mln di totale attivo
- Dal 2029: PMI quotate in mercati regolamentati
Gli ESRS: il nuovo linguaggio comune
Gli European Sustainability Reporting Standards (ESRS) stabiliscono i principi, le metriche e la struttura del report ESG.
Il loro scopo è garantire comparabilità, affidabilità e coerenza dei dati a livello europeo.
Parallelamente, per le PMI non quotate che volessero già intraprendere il proprio percorso di sostenibilità è stato sviluppato uno standard semplificato: VSME (Voluntary Standard for SMEs), che consente un approccio proporzionato ma allineato.
Vuoi approfondire le ultime novità normative e la potenzialità del VSME? Leggi il nostro articolo La proposta Pacchetto Omnibus I: le novità e i vantaggi dello standard VSME.
Come si redige un bilancio di sostenibilità
Redigere un bilancio di sostenibilità richiede metodo, dati e governance interna, con alcuni passaggi fondamentali:
- Analisi di materialità (o doppia materialità)
Individua i temi di sostenibilità più rilevanti (materiali) per la tua azienda e per i tuoi stakeholder. In seguito alla CSRD, è stato introdotto anche il principio della doppia materialità, che fa un passo successivo valutando anche come l’azienda impatta sull’ambiente e sulla società - Scelta dello standard di riferimento
Scegli il framework più adatto (ad esempio i principali riconosciuti in Europa: ESRS, GRI, VSME). L’importante è avere un framework riconosciuto e coerente - Raccolta e validazione dei dati
Coinvolgi le funzioni aziendali competenti (HR, produzione, ambiente, finanza, acquisti). Raccogli dati in forma strutturata, centralizzata e tracciabile. Soluzioni come YEP, consentono di gestire il processo in modo strutturato, riducendo tempi e margini d’errore, scopri le funzionalità cliccando qui - Redazione e narrazione
I dati devono essere accompagnati da una narrazione chiara e coerente che racconti il percorso, i risultati e le prospettive future.
Grafici, tabelle e storytelling aiutano a rendere il bilancio leggibile e credibile - Pubblicazione e divulgazione
Pubblica il bilancio su sito web, canali istituzionali, invialo agli stakeholder chiave (investitori, clienti, fornitori). Tieni traccia dei feedback e utilizza il report come base per miglioramenti futuri.
I vantaggi per le imprese italiane
Un bilancio di sostenibilità è un investimento strategico che porta benefici concreti e vantaggi tangibili, anche per le PMI:
- Miglioramento dell’efficienza interna: la raccolta strutturata dei dati ESG permette di individuare inefficienze operative e ridurre sprechi energetici e materiali
- Rafforzamento delle relazioni di filiera: le grandi aziende richiedono sempre più spesso report ESG ai propri fornitori: essere pronti significa non perdere opportunità commerciali
- Reputazione e posizionamento: la trasparenza ESG aumenta la fiducia degli stakeholder e rafforza l’immagine dell’impresa come attore responsabile e lungimirante
- Gestione del rischio non finanziario: l’analisi dei dati raccolti consente di anticipare problematiche ambientali, sociali e di governance, mitigando gli impatti negativi e gestendoli opportunamente
- Accesso agevolato a fondi e incentivi: molti bandi regionali, nazionali ed europei privilegiano imprese che adottano criteri ESG. Il bilancio di sostenibilità diventa così anche una leva economica
- Pianificazione strategica a lungo termine: il processo di rendicontazione aiuta l’impresa a integrare la sostenibilità nel business plan, collegando obiettivi ambientali e sociali alla strategia finanziaria. Inoltre, anticipare la raccolta dati secondo gli standard europei, permette di ridurre il costo e l’impatto dell’adeguamento, quando questo diventerà obbligatorio.
Errori da evitare nella redazione
Abbiamo già visto in un articolo precedente le principali criticità nella predisposizione del bilancio di sostenibilità (lo trovi qui). Oltre a queste sfide, molte aziende, specie alla prima esperienza, commettono errori comuni che possono compromettere la qualità del bilancio stesso.
Ecco i principali da evitare:
- Gestione manuale dei dati con fogli Excel non tracciati: margine d’errore elevato e qualità del dato ridotta
- Mancato coinvolgimento delle funzioni chiave (HR, produzione, acquisti, ambiente)
- Assenza di evidenze a supporto delle informazioni: dati non documentati, senza fonti, né note metodologiche
- Mancanza di aggiornamento: il bilancio di sostenibilità non è un progetto una tantum, ma un processo continuo
- Comunicazione non integrata con la strategia aziendale, considerando il bilancio di sostenibilità come un documento formale e non come uno strumento strategico
- Omissioni su temi critici o mancata spiegazione dei gap che possono causare sfiducia o accuse di greenwashing.
Un software come YEP consente di strutturare e digitalizzare il processo, minimizzando gli errori e garantendo tracciabilità e trasparenza, scopri le funzionalità e come queste possono supportarti qui.
FAQ sul bilancio di sostenibilità
- Chi è obbligato nel 2025 in Italia a redigere il bilancio di sostenibilità?
Al momento l’obbligo riguarda le imprese con oltre 1.000 dipendenti e le caratteristiche indicate sopra, tuttavia molte PMI anticipano volontariamente per vantaggio competitivo. - Quale standard scegliere per il proprio bilancio di sostenibilità?
Dipende dai requisiti di stakeholder e normativa: si può partire con VSME (più snello e volontario) e migrare verso ESRS, oppure adottare direttamente ESRS. Importante è coerenza e visione a lungo termine. - Quanto tempo ci vuole per redigere il bilancio di sostenibilità per la prima volta?
Per una piccola azienda, che inizia da zero con lo standard VSME base, possono bastare un paio settimane a completare il bilancio grazie al supporto di YEP. Ovviamente i tempi aumentano con la complessità dello standard ESG scelto e con la dimensione dell’azienda. - Ogni quanto va redatto?
Il bilancio di sostenibilità deve essere pubblicato annualmente, integrando progressivamente nuovi obiettivi e risultati. - Quando serve un revisore esterno?
Normalmente per piccole, medie e grandi aziende non è necessario, ma è obbligatorio solo dove previsto dalla normativa (es. CSRD).
Il revisore può essere comunque utile se si vuole dare maggior valore al bilancio, in quanto richiede e verifica evidenze, tracciabilità e conformità metodologica.
Richiedi supporto professionale
In un contesto in rapida evoluzione normativa e culturale, il bilancio di sostenibilità diventa una vera e propria scelta etica e strategica.
Scegliere strumenti digitali come YEP significa semplificare la redazione, migliorare la qualità dei dati e rendere la sostenibilità un valore reale per l’impresa.
Se vuoi redigere un bilancio di sostenibilità chiaro, conforme alla normativa italiana e strategico per la tua impresa, possiamo aiutarti.
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